LA GUERRA DEL VIETNAM
Qui di seguito un breve riassunto della storia del Vietnam con delle mie riflessioni (che possono essere anche non condivisibili, ma che scaturiscono da oltre 10 anni di viaggi ed approfondimenti socio culturali in questo paese
La guerra del Vietnam fu combattuta asprissimamente da tutto un popolo contro la più grande superpotenza planetaria di sempre. Questo conflitto, per essere compreso nella sua effettiva portata, va messo in relazione almeno a tre elementi fondamentali della fenomenologia storica mondiale degli ultimi 100 anni e cioè il Colonialismo, le Guerra Fredda e la Rivoluzione Culturale del “68”. Queste tre componenti sono collegate ed hanno determinato e condizionato la “Guerra del Vietnam”. Normalmente la Storia è scritta dai vincitori dei conflitti, che poi sono anche quasi sempre i piu’ forti economicamente. In questo caso invece la parte soccombente sono stati gli USA e forse per questo , caso rarissimo, il conflitto è stato raccontato ed esaminato , almeno fino a 10 anni fa, in una maniera abbastanza corretta ed obiettiva. Oggi purtroppo, con la nuova situazione mondiale che ci propone la cosi’ detta globalizzazione a senso unico, certe manie di revisionismo storico stanno cercando di riscrivere anche questo capitolo. IL Vietnam sin da tempi remoti, è stato sempre oggetto di conquiste e domini da parte di potenze straniere piu’ o meno vicine. Si puo’ ben dire che fino al 30 Aprile 1975, data in cui i carri armati del Nord entrarono a Saigon chiudendo il conflitto e riunificando definitivamente il paese, il Vietnam è quasi sempre stato in lotta per diventare una nazione indipendente ed in pace. Ripercorrendo velocissimamente la storia vietnamita si deve dire che esistono reperti archeologici che fanno risalire a 500.000 anni fa , nel nord del paese , i primi insediamenti umani. Correndo nel tempo, dal 100 al 400 circa d C. le prime società organizzate furono distinte , nel sud , da un dominio di carattere induista , che si allacciava direttamente al regno del Funan. Al nord invece i Cinesi dominarono la regioni per lunghissimi anni, dal 200 a.c. al 900 d.c. Nel frattempo si svilupparono continuamente lotte e guerre di liberazione dal dominio straniero , condotte da varie dinastie di Re ed imperatori . Tra le piu’ importanti si puo’ ricordare quelle del regno Champa, che raccoglieva le popolazioni del centro Vietnam ed altre dinastie che comunque , pur essendo unite dal medesimo scopo di scacciare gli invasori , non disdegnarono mai di combattersi tra di loro . Culturalmente l’influenza cinese fu sempre alta ed anche nell’organizzazione del potere e delle città molti si rifecero alla dottrina Confuciana dalla quale scaturi’ anche il sistema di corte dei monarchi che si basava su una organizzazione formata da Mandarini che erano scelti almeno i primi tempi in base a vere e proprie selezioni pubbliche che ne reclutavano i migliori. Una vera e propria oligarchia di nobiltà culturale I primi contatti con l’occidente, secondo fonti cinesi ,risalgono addiruttura al 166 d.c., quando viaggiatori del regno di Marco Aurelio, giunsero nel nord del paese fino nel delta del Fiume Rosso. Nel 1516 invece le prime navi portoghesi approdarono a Danang , iniziando commerci con il Vietnam, mentre alcuni anni dopo , dei monaci domenicani iniziarono la controversa opera di missionariato che porterà spesso ad interventi armati europei con il pretesto di riparare a torti subiti dai monaci. In realtà davano vita alle prime vere e proprie avvisagli di conquista coloniale. Il piu’ famoso di questi monaci fu il francese Alexandre de Rhodes che introdusse in Vietnam un alfabeto fonetico basato sul latino che viene tutt’oggi usato . I cattolici tentarono di convertire a piu’ riprese e con tutti i mezzi le popolazioni locali ma trovarono dure reazioni da parte delle autorità del paese che tendevano invece a far conservare usi e costumi alle proprie popolazioni.. I Commerci con L’indocina comunque non si dimostrarono molto redditizi per gli europei che pian piano lasciarono questa regione verso il 1600. Piu’ tardi monaci francesi ricominciarono l’opera di missionariato e cercarono di coinvolgere sempre di piu’ la loro nazione sia politicamente che militarmente, per appoggiare le loro opere di proselitismo. Fu appunto con le successive dinastie degli Nguyen che i francesi entrarono a pieno titolo nella politica interna del paese perché appoggiarono a piu’ riprese le diatribe interne a questa famiglia di imperatori, favorendo di norma i piu’ corrotti e servili. Fu cosi’ che dopo il 1848, secondo impero , in Francia maturò la convinzione che un’opera di intervento in Indocina sarebbe stata per loro proficua, sia dal punto economico strategico che per portare “l’opera civilizzatrice dell’Europa in Estremo Oriente” Ea iniziata l’era coloniale francese che porto’ questa nazione a concentrare nelle mani di pochissimi la proprietà terriera e che fece notevoli investimenti per lo sfruttamento minerario, usando pero’ per gli stessi, i proventi di tasse sempre piu’ alte e impopolari che facevano pagare alle popolazioni locali. Si formo ‘ in tal guisa un sottoproletariato contadino che viveva estremamente di stenti. In questi anni furono molteplici i tentativi insurrezionali contro il conquistatore , ma vennero tutti brutalmente stroncati ed anzi seguirono tra la popolazioni delle feroci repressioni . Il popolo vietnamita insomma era ridotto alla fame dal capitalismo Europeo che come nella sua natura , dove non trovava opposizioni forti ed organizzate, tendeva a fagogitare tutto e tutti, basti pensare che in una piantagione di caucciu’, appartenente alla Michelin, dal 1917 al 1944 , dei 44.000 lavoratori impiegati, ne morirono di stenti 12.000. Di tutte le formazioni anticolonialiste vietnamite la piu’ attiva e incline ad assistere le popolazioni locali nella lotta di liberazione contro l’oppressore fu quella capeggiata dal Padre del Vietnam, Ho Chi Minh (1890 – 1969), che dopo studi fatti in Europa ed anche a Parigi , aveva fondato in Cina , a Canton , la “Lega rivoluzionaria della Gioventù Vietnamita”, di ispirazione Marxista, che piu’ tardi sarebbe anche stata chiamata Viet Minh e poi Partito Comunista del Vietnam. Durante la seconda Guerra Mondiale i francesi continuarono la loro amministrazione del paese, e nel 1940 con il governo collaborazionista di Vichy , non tra pochi problemi e grande caos, consentirono di fatto l’occupazione militare giapponese del Vietnam, ritenuto militarmente e strategicamente essenziale. Il Vieth Minh intanto continuava la sua opera insurrezionale e nel 1945 occupava vaste zone del Nord. In questi anni, come nella migliore tradizione americana, HoChi minh , ricevette aiuti dai servizi segreti statunitensi che non hanno mai disdegnato di finanziare chicchessia per raggiungere i loro obiettivi. Dopo le atomiche sganciate dagli americani e la successiva conclusione della 2° guerra mondiale, Il Viet Minh aveva sotto la propria influenza quasi tutto il Nord. Nel paese pero’ cominciarono situazioni di caos incredibile derivate anche da decisioni internazionali a dir poco estemporanee che portarono per esempio, controvoglia, gli inglesi alla amministrazione provvisoria di Saigon. Alle successive azioni partigiane dei vietnamiti ci fu un nuovo intervento armato francese estremamente brutale e culminante con il bombardamento nel nord della città di Haiphong che provoco’ centinaia di morti nella popolazioni civile.. Cosi’ nel 1946 Ho Chi Minh con il suoi fedeli, tra cui il Generale Giap (la cui moglie per rappresaglia fu torturata ed appesa morta a testa in giu’ ad Hanoi), si ritiro’ sulle montagne , dove rimase per otto anni per dare vita alla cosi’ detta guerra Franco Vietnamita, che si concluse nel 1954 con la conquista dell’ultimo baluardo francese posto a Dien Bien Phu , dove dopo 57 giorni di assedio 10.000 francesi stremati dalla fame e dalle bombe si arresero alle truppe di liberazione. In questo periodo gli USA aiutarono sia economicamente che militarmente i francesi, ma tutto fu vano. Subito dopo la sconfitta francese si apri’ a Ginevra una conferenza per negoziare il futuro del Vietnam. Fu stabilito che momentaneamente il paese doveva restare diviso dal 17° parallelo, che praticamente lo divideva a metà, ci doveva essere uno scambio reciproco dei prigionieri di guerra e la libera circolazione nelle zone Sud e Nord per 300 giorni. Infine il 20 Luglio 1956 si dovevano indire le elezioni generali nel paese in modo tale da creare un governo ufficiale che avrebbe deciso definitivamente sulle sorti della nazione. c IL Vietnam quindi fu diviso se pur provvisoriamente in Vietnam del Sud e Vietnam del Nord. In realtà sarebbero dovuti passare altri 20 anni prima che fosse finalmente riunificato. La Guida del Vietnam del Sud veniva affidata a Ngo Dinh Diem, filo occidentale , cattolico, praticamente eletto a guida del paese dagli Stati Uniti. Nel Nord invece il potere venne affidato a coloro che avevano vinto la guerra contro i francesi e che si insediarono ad Hanoi con Ho Chi Minh a capo della repubblica Democratica del Vietnam. Fu subito varata dal governo una radicale espropriazione delle terre per redistribuirle ai contadini con una riforma agraria senza precedenti. A causa di tumulti da parte di latifondisti ed anche di piccoli proprietari, ne derivo’ una repressione che porto’ al compimento della riforma che secondo un principio di egualitarismo solidale distribuiva la campagna a chi era senza risorse. Per contro la repressione dei disordini costo’ la vita a moltissimi proprietari. Spesso pero’ la storia ci insegna che gli accadimenti di un giorno vanno giudicati col senno di poi ed in effetti il Vietnam oggi è uno stato indipendente e fiero anche grazie a certe decisioni che furono prese allora. Nel Sud invece Diem spalleggiato dai servizi segreti USA, nella convinzione che le elezioni stabilite dal trattato di Ginevra avrebbero portato ad una vittoria Di Ho Chi Minh, indisse un referendum illegale per l’allungamento del suo mandato. Questo referendum, sicuramente truccato, ebbe secondo i dati ufficiali del regime il 98,2 % di consensi e a Saigon addirittura si dichiarò un terzo di consensi in piu’ degli aventi diritto al voto. Contemporaneamente gli USA chiudevano la loro ambasciata ad Hanoi.

1963 – il monaco buddhista Thích Quảng Đức si da fuoco in una piazza di Saigon per protestare contro il regime cattolico estremista di Ngô Đình Diệm.
A questo punto va aperta una parentesi molto importante.
Finita le seconda guerra mondiale il mondo era stato di fatto diviso in due zone di influenza , quella occidentale, rappresentata dalla Nato, e quella Orientale , rappresentata dal Patto Di Varsavia , con in piu’ la variabile Cina che apparteneva comunque ai nemici della Nato, essendo un paese comunista. Nella realtà delle cose sia Stati Uniti che Unione Sovietica agirono ,seppur in maniere diverse, per lo stallo di questa situazione. Cosi’ ne scaturirono le invasioni Russe dell’Ungheria e della Cecoslovacchia da un lato ed i colpi di stato in vari paesi come Cile Grecia ed altri che furono praticamente organizzati o comunque autorizzai dagli USA. Anche in Italia, di fatto abbiamo vissuto una democrazia bloccata fino al crollo del paesi dell’est nel 1989. In effetti quando si preannuncio’ un accordo tra la DC ed il PCI, in un momento di gravissima crisi politica ed economica, nonche’ in piena emergenza terrorismo, Moro, prima fu violentissimamente minacciato da Henry Kissinger di astenersi da questa eventualità e poi fu rapito dalle Brigate Rosse nel 1978.
La sua uccisione stronco’ il progetto di vedere i comunisti al governo e il rapimento tutt’oggi resta un mistero che i piu’ ormai non temono ad attribuire anche ad attività dirette della CIA.
Inoltre questo equilibrio delle superpotenze e questo stallo determino’ il cosi’ detto equilibrio del terrore, che praticamente impediva movimenti importanti a livello planetario al di fuori delle zone di competenza altrimenti ci poteva essere il rischio di un vero e proprio conflitto nucleare. La guerra fredda quindi era scoppiata, ed in base ai loro dettami ed alle proprie teorie , gli americani avevano terrore che il comunismo si allargasse anche autonomamente in altre zone con l’effetto che chiamavano del Domino (cioè una Nazione dopo l’altra, consecutivamente). Ne conseguiva che dovevano impegnarsi con tutti i mezzi, soprattutto illeciti , perché con quelli alla luce del sole sarebbe stato troppo rischioso, per fermare questa che loro vedevano come una tendenza pericolosissima per i loro interessi.
Ritornando al Vietnam del Sud , Diem , dopo il referendum truccato, comincio’ a governare da despota, chiamando tutti i suoi parenti alle cariche di governo e favorendo soprattutto i cattolici.
Ne consegui’ un grave scontento nel paese e dimostrazioni pubbliche da parte del clero Buddista.
Intanto si intensificarono da parte del Nord , dopo questa svolta , le attività di propaganda insurrezionale.
Ne consegui’ una gravissima situazione di caos e repressioni che ebbe culmine con l’autoimmolazione di un monaco buddista a Saigon, evento che fu trasmesso da tutte le televisioni del mondo. Nel frattempo gli Americani avevano già inviato truppe nel Sud dal 1955, come istruttori dell’esercito di Diem. Alla fine del 1963 ben 16300 militari americani erano in Vietnam La situazione pero’ cominciava ad essere criticissima e Diem cerco’ contatti con il Nord per un accordo. Naturalmente gli USA che di fatto controllavano la capitale, incoraggiarono un colpo di stato che depose Diem che fu ucciso. Era il 1963. Successero alla guida del Vietnam altri capi militari che continuarono la repressione iniziata da Diem. Sempre nel 1963 fu ucciso a Dallas il presidente USA J F. Kennedy. Nessuno ha mai trovato i mandanti e questo assassinio è una delle pagine piu’ infangate della storia degli Stati Uniti. Comunque sembra che il presidente Kennedy avesse cominciato a nutrire molte perplessità sulla presenza americana in Estremo Oriente, soprattutto dopo le immolazioni pubbliche di monaci buddisti. Le successive elezioni americane videro la vittoria di Lindon Johnson sul reazionario Goldwater. Per contro Johnson, che avrebbe dovuto garantire una condotta piu’ equilibrata in quello che ormai era un eventuale conflitto alle porte tra Sud e Nord Vietnam, trascino’ sempre piu’ pesantemente l’ America in guerra. In effetti le infiltrazioni comuniste del Nord erano sempre piu’ massicce ed organizzate e passavano lungo il confine con il Laos e la Cambogia, in zone di foresta, dove si era creata una strada nella giungla che venne chiamata il sentiero di Ho Chi Minh e che vedeva passare gli attivisti del nord che si recavano verso Saigon per incitare ed organizzare le popolazioni all’insurrezione. Gli stati Uniti non ritennero di dover stare a guardare e siccome non potevano invadere o dichiarare guerra ad Hanoi perché l’altra superpotenza sarebbe potuta intervenire o comunque avrebbe potuto autorevolmente appellarsi all’ONU che allora aveva voce in capitolo, decise di truccare le carte (come ha continuato a fare per decenni, ultimo episodio quello delle fantomatiche armi di distruzione di massa in Iraq che ha dato il via alla conquista di questo paese petrolifero). Nel 1964 Johnson denuncio’ alla nazione un attacco navale a due unità americane in acque internazionali nel golfo del Tonchino. Ne consegui’ la sua decisione di dare inizio per ritorsione ai bombardamenti del Vietnam del Nord . Poco dopo il congresso americano dette mandato al presidente, con la risoluzione del Golfo del Tonchino , ad agire per salvaguardare con qualsiasi mezzo gli interessi americani nella zona e prevenire altri eventuali attacchi. Molto, ma molto tempo dopo, si seppe che in effetti un primo attacco ad una unità navale americana avvenne in acque territoriali del nord mentre questa dava appoggio ad un commando sud Vietnamita che doveva sabotare strutture sulla costa, mentre il secondo attacco in realtà fu inventato di sana pianta. Inoltre, sempre molto piu’ tardi, si scopri’ che la risoluzione del Golfo del Tonchino da presentarsi al congresso era stata preparata ben prima che i fantomatici attacchi fossero avvenuti. Con questa risoluzione comunque Johnson divenne un monarca quasi assoluto e tutte le sue decisioni non avrebbero piu’ dovuto passare al vaglio del congresso. Siccome la situazione stava sempre di piu’ precipitando per il regime di Saigon nel 1965 le prime truppe da combattimento americane sbarcarono a Danang nel centro del paese .

alle 08.15 dell’8 marzo 1965: 3 500 marines della 9ª Marine Expeditionary Brigade (MEB) sbarcano a Danang
La guerra del Vietnam era ufficialmente cominciata, anche se mai fu dichiarata. Il conflitto comincio’ cosi’ a divampare. Le truppe del Nord erano comandate dal Generale Giap ,grandissimo stratega e fidato compagno di Ho chi Minh. Quelle degli stati uniti dal generale Westmoreland. Nel sud gli americani cercarono a piu’ riprese di estirpare con tutti i mezzi le infiltrazioni dei cosiddetti Viet Cong nelle campagne. Le operazioni piu’ eclatanti furono successivamente quella dei “villaggi strategici” sotto il regime di Diem , quando organizzarono deportazioni di massa di contadini in zone fortificate e protette militarmente, per sottrarli alle influenze Viet Cong. Questa operazione, oltre che disumana fu organizzata anche con metodi brutali e falli’ ben presto. Dopo l’intervento a Danang furono intraprese le famigerate azioni “scova e distruggi”, durante le quali le truppe USA entravano nei villaggi per scovare gli infiltrati. Di solito questi commando portavano alla distruzione dei villaggi ed all’uccisione di civili inermi sospettati di essere Viet Cong. Centinaia di villaggi furono bruciati e distrutti e ben presto serpeggio’ l’infame principio, che comunque forse non fu sempre da tutti seguito, che era meglio un bambino vietnamita morto oggi che un comunista vivo domani…… A questo proposito va ricordata la strage nel villaggio del Vietnam centrale di Son My (MY Lai per gli americani), dove all’alba truppe di marines scesero dagli elicotteri per dare vita ad una di queste azioni. Ne scaturi’ un massacro di 540 persone , vecchi donne e bambini, uccisi seviziati stuprati e poi giustiziati dopo averli fatti raggruppare in fosse comuni. Fortunatamente al seguito delle truppe c’era un reporter di guerra che tempo piu’ tardi, non ascoltando le minacce, denuncio’ la strage documentandola con le foto e gettando sempre piu’ nel dubbio l’opinione pubblica americana su cosa stesse realmente avvenendo laggiu’. Per gioco forza si dovette istruire un processo per condannare i responsabili che alla fine furono identificati nel tenente Calley, che capitanava a terra le azioni e che per altro sostenne sempre di aver eseguito degli ordini. Questi nel 1971 fu condannato all’ergastolo. In effetti, presentando ricorso, passo’ i successivi 3 anni agli arresti domiciliari e poi praticamente fu rilasciato perché la corte suprema si rifiuto’ di esaminare il suo caso. Certo è comunque che il comando supremo delle forze armate fece di tutto per insabbiare il caso e che ben altre responsabilità c’erano dietro all’accaduto. L’ultima azione strategica molto sporca per combattere le infiltrazioni Viet Cong ui quella condotta dalla CIA e denominata “Operazione Felice” che consisteva nel cercare di catturare ed uccidere i quadri Viet Cong oppure gettare loro discredito con azioni violente da attribuirgli. Ne scaturirono come ovvio omicidi a ripetizione di persone che molto spesso non c’entravano niente con i Viet Cong e con la guerra. La guerra del Vietnam non fu una guerra convenzionale perché gli strateghi del Nord sapevano benissimo che un eventuale scontro diretto con le forze USA li avrebbe quasi certamente visti soccombere, data la forza bellica enormemente superiore dell’avversario. Inoltre gli americani possedevano e facevano pesantissimamente uso di forze aeree moderne e super efficienti che impiegavano continuamente per appoggiare eventuali azioni di marines o di fanteria. I vietnamiti invece praticamente non avevano mezzi aerei e si affidarono sempre alla contraerea per controbattere le incursioni dei bombardieri usa. Ne scaturi’ quindi da parte del nord un conflitto tattico fatto soprattutto di guerriglia, di imboscate, di attacchi a sorpresa e soprattutto di notte. Erano in questo aiutati dalle caratteristiche naturali della loro nazione che in vastissime zone era ricoperta di giungle e foreste fittissime, dove i partigiani del nord si muovevano con estrema disinvoltura senza essere scorti , mentre il nemico aveva dei problemi enormi per districarsi in un tale territorio. Uno dei piu’ grandi crucci infatti del Generale Westmoreland fu quello di non poter mai riuscire a battersi in scontri convenzionali con le truppe del nord. Fu deciso quindi da parte USA di attestarsi soprattutto a ridosso della zona così detta demilitarizzata (territorio cioè di nessuno) larga circa tre Km che faceva da cuscinetto tra il nord ed il sud. Qui furono costruite basi di tutti i generi , dalle quali partivano i blindati o le operazioni dei marines per contrastare e debellare il nemico. A loro volta Viet Cong bombardavano in continuazione queste basi, adottando la tecnica dello spostamento continuo delle loro bocche da fuoco, che cosi’ erano meno identificabili dagli elicotteri e jet da combattimento. Altra caratteristica della strategia nord vietnamita fu quella della costruzione di tunnel sotterranei , dove si rifugiavano e dai quali sbucavano a sorpresa per attaccare di notte il nemico. I piu’ famosi tunnel furono quelli cosiddetti di Cu Chi, vicino a Saigon. Un dedalo sotterraneo che si estendeva con le sue gallerie per circa 200km e che penetrava nel sottosuolo fino a 14 metri di profondità. Le gallerie erano come vere città sotterranee dotate di dormitori, sale riunioni, mense, ospedali da campo. Gli americani cercarono con tutti i mezzi di estirpare questa insidia ma quasi mai ci riuscirono anche perché i cunicoli erano fatti a misura di Vietnamita e cioè ridottissimi, mentre i soldati usa con la loro stazza non potevano quasi mai entrare dentro a questi budelli, che inoltre erano pieni di trappole mortali. In queste condizioni gli americani non riuscivano ad avere una idea precisa di come potessero vincere il conflitto, che si trascinava avanti con battaglie isolate e tanta paura e sgomento da parte dei giovani ragazzi USA che stavano combattendo lontano dalle loro case in un ambiente ostile, infido, a contatto con una popolazione che li detestava e soprattutto alle prese con una guerra che pian piano non capivano piu’ a cosa servisse. Il conflitto insomma era in una fase di stallo intorno al 1967, seppur le battaglie ci fossero quotidianamente . In questi primi anni inoltre furono gettati sulle giungle vietnamite tonnellate e tonnellate di diserbanti che le ridussero a deserti senza vita causando danni incommensurabili all’eco sistema del paese. In questi diserbanti inoltre era presente il cosiddetto agente orange, contenente diossina, che provoco’ migliaia di morti per tumore e rese per anni infertili le donne vietnamite delle zone piu’ colpite, senza scordare le centinaia e centinaia di figli deformi nati in quel periodo . Tutt’oggi in alcune zone la diossina è sempre presente nel terreno, è entrata nel ciclo alimentare e provoca ancora la nascita di bambini deformi. Nel 1968 ci fu una svolta decisiva nella guerra. Il generale Giap preparo’ un strategia di attacco su larga scala come non si era mai vista prima e la fece precedere da una azione eclatante ma diversiva , per distogliere l’attenzione degli usa dai suoi veri intenti. Questa azione fu l’assedio , durato un mese della base di Ke Sanh, lungo la zona demilitarizzata, a pochi kilometri del confine Laotiano. Una base strategicamente importantissima per gli americani. Per un mese i cannoni del nord, portati pezzo per pezzo dentro a delle grotte nelle montagne prospicienti la base e poi li’ rimontati, cannoneggiarono senza sosta , notte e giorno, la base, mentre con operazioni di guerriglia si cercava di entrare nella base stessa per conquistarla. Gli americani rimasero terrorizzati dall’eventualità di una nuova Dien Bien Phu, e iniziarono un ponte aereo continuo verso la base assediata per rifornire i propri soldati. Contemporaneamente l’aviazione bombardava in continuazione , soprattutto con i B52 (bombardieri) le zone intorno limitrofe, in modo tale da creare un vero e proprio cuscinetto impenetrabile di bombe. L’assedio fu tolto dopo un mese. La battaglia provoco’ la morte di 500 marines e 10.000 vietnamiti . In realtà il generale Giap voleva attirare nella zona uno sforzo bellico nemico ed una attenzione che li avesse portati a sguarnire altri fronti. Infatti nella ricorrenza del TET (capodanno Lunare Buddhista, durante il quale in Vietnam è festa grande e tutte le attività si fermano) essi sferrarono un attacco massiccio in tutto il territorio del sud .Furono messe sotto tiro 100 città in quella che doveva essere un’azione che li poteva anche portare alla vittoria nella guerra. Molte di queste città furono occupate , soprattutto nel centro del paese, la piu’ importante fu Hue, l’antica capitale imperiale , dove i Viet kong e l’esercito del nord scacciarono i sudisti e gli americani. Contemporaneamente la stessa Saigon fu attaccata da commandos che entrarono addirittura nell’ambasciata USA della capitale ingaggiando un furioso combattimento con i soldati della sicurezza. Queste immagini fecero il giro del mondo e gettarono nello sconforto e nel dubbio piu’ cupo l’opinione pubblica americana.
Qui va aperta la seconda parentesi , quella relativa alle implicazioni socioculturali che contemporaneamente la rivoluzione culturale del 1968 innescava su questo conflitto.
Come ben sappiamo tutto comincio’ dal cosi detto Maggio francese , dove migliaia di studenti iniziarono la loro battaglia pacifica per cambiare le strutture portanti di una società basata su un capitalismo ottuso, e su una dominante cultura perbenista, che favoriva ipocrisia e conservatorismo, economico e culturale.
Evidentemente, come nei piu’ grandi accadimenti della storia, un filo invisibile , ma tangibilmente concreto , uni’ soprattutto i giovani di quasi tutto il mondo occidentale . Cosi’ nacquero i movimenti pacifisti americani, dominati dagli Yeppies (figli dei fiori ), le occupazioni universitarie in Italia da parte dei sessantottini che ben presto, l’anno successivo , si unirono agli operai che rivendicavano con il cosi detto autunno caldo salari piu’ civili e condizioni di lavoro meno disumane. Tante forme culturali e sociali scaturirono da questi eventi, tali da influenzare notevolissimamente per lunghi anni successivi la gioventu’ e le scelte politiche di vari stati. Il movimento insomma stava agendo in maniera decisiva su varie culture, musicali, filosofiche , cinematografiche, teatrali , sociologiche, letterarie del vecchio e nuovo continente. Movimenti storici come quello delle femministe o per i diritti umani negli Stati Uniti (capeggiato da Martin Luther King, che fu ucciso misteriosamente come Kennedy) derivarono dalle influenze pre e post sessantottine. Si parlava allora di immaginazione al potere di uguaglianza, di superamento delle ipocrisie sociali esistenti , per un mondo nuovo e migliore. Il Vietnam fu preso come un simbolo di liberazione da sostenere e da aiutare. In effetti negli USA il movimento pacifista , durante la guerra, divenne sempre piu’ importante e credibile, soprattutto dopo l’attacco del Tet, o il massacro di My Lai o man mano che l’opinione pubblica americana non credeva piu’ , spiazzata ogni giorno dalle rivelazioni della stampa, alle menzogne dei governi e dei militari . Il culmine della tensione si ebbe in America con la marcia dei pacifisti su Washinton e le manifestazioni universitarie nell’Ohio, stroncate dalla guardia nazionale, che uccise 4 dimostranti (a questo proposito da non perdere è la canzone di Neil Young “4 dead in Ohio”, che narra questa tragedia). Insomma il movimento politico e culturale stava creando i presupposti per condizionare , con la sua carica di umanità, libertà, speranza e pacifismo anche il conflitto vietnamita . Infatti da un certo punto in avanti i pacifisti in america divennero preponderanti sui fautori della guerra e molte decisioni tennero conto, gioco forza , di questa opinione pubblica di elettori e contribuenti che non voleva piu’ bombe, non voleva piu’ finanziare le fabbriche di armi e non voleva piu’ veder morire i propri figli in quella “Sporca Guerra”.
Successivamente all’attacco del Tet le forze americane si riorganizzarono e in virtu’ dei loro mezzi superiori sferrarono un contrattacco che dopo furiosi combattimenti li riporto’ a conquistare le città ed i territori perduti ed a scacciare di nuovo indietro i Viet Kong. L’offensiva del Tet quindi, dal punto di vista militare, fu un vero fiasco per il Vietnam del Nord che pensava di poter vincere la guerra con questa azione, ma dal punto di vista strategico, e propagandistico fu un successo insperato sul quale poi si costrui’ anni dopo la loro vittoria finale. L’opinione pubblica americana , che vedeva quotidianamente di notte, i reportage sui furiosi combattimenti, ed i corpi esanimi dei loro cari, comincio’ ad interrogarsi ed ad inorridire per tutti quei morti. Intanto il Generale Westmoreland continuava a chiedere rinforzi e Johnson, che aveva fallito quasi tutto non si ripresento’ per le elezioni che furono vinte dal repubblicano Nixon che aveva promesso una strategia di coinvolgimento graduale di paesi vicini agli USA nel conflitto, una maggior responsabilizzazione e armamento delle truppe del sud per favorire uno sganciamento graduale americano dalla guerra. In realtà nel 1969 questa si inaspri’ enormemente e le unità americane in estremo oriente ammontarono alla cifra iperbolica di quasi 550.000 uomini. A tal proposito è curioso ricordare che tutti questi militari portavano con se’ dollari che cosi’ uscivano dagli USA.. Molto semplicemente ci si accorse che se ogni giorno ogni saldato avesse speso 2 dollari , un milione di dollari circa si sarebbe volatilizzato all’estero, oltre ai costi del conflitto. Fu inventato allora l’escamotage di stampare dollari americani che avevano corso solo in Vietnam e per i successivi anni le truppe fecero compere in questo paese con della semplice carta straccia. Un’altra preoccupazione molto grossa e che non si riusciva a debellare era il sentiero di Ho Chi Minh, dove la notte si infiltravano sempre piu’ uomini e mezzi pesanti da combattimento. Molti tratti del sentiero sconfinavano in Laos e Cambogia , e Nixon dette ordine di cominciare a bombardare segretamente anche questi due paesi. Nel 1969 mori’ il padre del Vietnam Ho Chi Minh che non visse a sufficienza per veder realizzato il suo sogno, quello di un paese unito e libero dagli stranieri. Ho Chi Minh fu un uomo di grande caratura morale, visse sempre in estrema semplicità e fu amato senza limiti dalla sua gente. Oggi è venerato praticamente quasi come un santo, come il padre della patria, il suo corpo è conservato ad Hanoi nel mausoleo a lui dedicato, meta di continui pellegrinaggi da ogni parte del paese. Oggi anche i vietnamiti del sud riconoscono la sua grandezza e lungimiranza , onorandolo ne’ piu’ e ne’ meno di quelli del Nord. Durante tutto questo periodo il Vietnam del Nord era sottoposto a quotidiani bombardamenti che distruggevano molte infrastrutture ma soprattutto uccidevano centinaia e centinaia di persone in quanto molti obiettivi non dichiarati erano proprio le abitazioni delle popolazioni civili. A questo proposito è emblematica la testimonianza di un giornalista inviato dal Corriere della Sera in quel periodo ad Hanoi, che venne censurato dal suo direttore, Ugo Stille, perché voleva pubblicare un reportage dove si svelava che in effetti la capitale era sottoposta quasi quotidianamente a bombardamenti su quartieri popolari e non su obiettivi strategici. La popolazione del nord era molto provata da questi avvenimenti drammatici ma non perse mai la fiducia nella vittoria . Uno dei tanti aneddoti o racconti sulla guerra , ci fa capire benissimo il perché un popolo cosi immensamente meno forte degli USA possa avere avuto parte determinante nella vittoria, infatti mentre le truppe americane erano sempre piu’ demoralizzate i soldati del nord sapevano che a casa sarebbero potuti ritornare solo in due maniere: morti o vincitori. Tra il 1971 ed il 1974 ci furono le svolte definitive e determinanti per la fine del conflitto. Nel 1971 il New York Times pubblico’ grazie ad un lavoro proprio di intelligence un rapporto del pentagono top secret dove si descrivevano tutte le operazioni nascoste e le menzogne che i presidenti precedenti ed i militari avevano propinato al congresso ed all’opinione pubblica per giustificare il conflitto e per nascondere verità scottanti. Nel 1972 le truppe del nord scatenarono un offensiva oltre il 17° parallelo fino a conquistare diverso territorio Sudista. In tale occasione fu conquistata anche la antica città di Quang Tri. Per tutta risposta gli americani bombardarono a tappeto il centro abitato per sottrarlo al nemico. I B52 fecero tabula rasa, della città non rimase niente . Non è stata piu’ ricostruita. Intanto Nixon e Kyssinger, suo segretario di stato , visto il complicarsi della situazione su tutti i fronti, cercarono di proporre al Nord un tavolo negoziale, a Parigi, che per lunghe sedute non vide altro che scaramucce procedurali e nessun risultato tangibile. Per indurre i Nord Vietnamiti ad essere piu accondiscendenti ad un accordo fu scatenato allora il cosi’ detto bombardamento di Natale (1972) su Hanoi ed Haiphong che fu senz’altro la piu’ grande tempesta di fuoco che dovettero subire i cittadini della capitale. Nel 1973 , il 27 Gennaio, fu siglato l’accordo tra Kyssinger e il negoziatore e del Nord Le Duc Tho, che prevedeva il cessate il fuoco,, il ritiro delle truppe americane dal paese, un comitato di riconciliazione e concordia tra nord e sud e il rilascio di 590 prigionieri americani, mentre non si menzionavano i circa 200.000 soldati regolari ed irregolari del nord ancora presenti in territorio sud Vietnamita. Nel 1974 il rieletto presidente Nixon (1973) coinvolto nello scandalo del Watergate, dove si faceva luce sulle sue attività illegali durante la campagna elettorale, fu costretto alle dimissioni. Gli succedeva Gerald Ford , pure lui repubblicano. Ormai l’opinione pubblica americana non ne voleva piu’ sapere di questo conflitto. Dal 1973 le truppe USA se ne erano andate, rimanevano i soliti presidi militari a Saigon ed i consiglieri di guerra. IL 1974 passo’ senza molto da raccontare, ma quando nel 1975 il congresso americano approvo’, sotto le pressioni dei movimenti e delle associazioni pacifiste, un finanziamento al Sud Vietnam per le spese militari molto inferiore a quello che effettivamente si sarebbe reso necessario, il Governo del nord capi’ che il disimpegno dalla zona ormai era sancito dai fatti e sferro’ un’ offensiva militare in grande stile. Senza aiuti strategici adeguati e soprattutto militari il presidente del Sud ,Van Thieu ,decise una disastrosa ritirata strategica delle sue forze. Questa ritirata divenne una vera e propria Caporetto ed i mezzi corazzati del nord arrivarono in pochissimo tempo a Saigon, quasi senza combattere (e questa la dice lunga ovviamente anche sulla effettiva volontà di questa parte del paese di sostenere un guerra targata America). Il 30 Aprile 1975 le truppe ed i Blindati Nord Vietnamiti entravano a Saigon, la guerra del Vietnam era finalmente conclusa il paese riunificato dopo secoli, il sogno Di Ho Chi Minh e della sue gente avverato. Gli Stati uniti riversarono sul Vietnam un quantitativo inaudito di bombe di gran lunga superiore a quelle della seconda guerra mondiale, persero in combattimento 65.000 uomini, un migliaio i dispersi.
Perirono in guerra quasi 4 milioni di Vietnamiti, la maggior parte civili. I dispersi del nord furono quasi 300.000
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Dal punto di vista economico il Vietnam era all’inizio della guerra un paese quasi esclusivamente dedito all’agricoltura , con un Sud piu’ sviluppato anche nei commerci con l’occidente ed un nord invece sempre dedito ad una economia di autosostentamento. Il paese usci’ dal conflitto praticamente distrutto, materialmente ed economicamente. Le nazioni che aiutarono nello sforzo bellico il paese, URSS e Cina, ma soprattutto URSS, pretesero il pagamento dei crediti . L’URSS cerco’ di ottenere lo scambio crediti con la sua penetrazione militare nel paese ma ricevette un netto rifiuto da parte della nuova dirigenza nazionale. Nessuno in Occidente si mosse per aiutare l’economia del Vietnam a riprendersi ed anzi gli USA sancirono l’embargo economico nei sui confronti., A costo di sforzi indicibili e sacrifici inauditi, il paese si è pian piano autoricostruito. Sono di nuovo state riaperte le scuole le fabbriche , le miniere, le strade , le ferrovie e tutte le infrastrutture, come la rete idrica e soprattutto elettrica necessarie per far funzionare di nuovo la nazione. Si è dovuto pero’ fare i conti con due scogli molto duri da essere superati. La nomenclatura andata la potere nel 1975 era costituita da uomini anziani e soprattutto bravissimi militari ed esponenti di partito, che avevano condotto gli ultimi 30 anni a combattere per la lotta di liberazione . In effetti pero’ non avevano esperienze economiche ed organizzative. Ne consegui’ che nonostante pian piano la ricostruzione andasse avanti, l’economia stentava a decollare, sia per l’incapacità di gestirla sia per effettivi limiti del sistema Comunista in un momento di grave congiuntura economica.. Il Vietnam insomma stava combattendo il suo dopoguerra in maniera ancor piu’ pesante di prima. La popolazione pero’, e questo ,va detto chiarissimamente , non si è mai arresa e grazie alla sua inventiva, praticità, adattabilità e soprattutto serenità ha sempre fatto in modo di mettere a proficua rendita l’arte di arrangiarsi. Questo ovviamente non poteva pero’ bastare e la caduta, nel 1989 dei sistemi comunisti e dell’URSS hanno dato la svolta decisiva alla politica del paese. Già infatti dai primi anno 80 la vecchia classe dirigente, gloriosa ma ormai logora, comincio’ ad essere sostituita da un personale politico piu’ giovane e duttile. Dal dal 1984 si comincio’ ad aprire il paese agli investimenti esteri e appunto dal 1990 in poi l’economia è stata aperta definitivamente al recupero di una concorrenzialità che ha reintrodotto il mercato in Vietnam. Il tutto In maniera abbastanza condizionata , soprattutto i primi tempi, ma comunque tale da attirare capitali esteri notevoli, il ritorno dei Vietnamiti che erano fuoriusciti in occidente , e il sorgere del piccolo commercio individuale che ha dato vita ad una miriade di negozi e piccoli imprenditori che stanno dando impulso importante all’economia . Un esempio è emblematico per capire questa situazione. Fino a quando la coltivazione del riso era nazionalizzata in cooperative agricole il fabbisogno interno non era coperto dalla produzione, quando il governo decise di concedere ai contadini la libera produzione del riso nelle terre a loro assegnate il Vietnam è diventato il terzo paese al mondo esportatore di riso ed il primo esportatore di pepe. Insomma questo è oggi un Paese nel quale, pur riconfermandosi il ruolo principale del partito comunista, si sacrificano alcuni principi del marxismo leninismo a favore dell’economia di mercato. Si cerca con molto pragmatismo e realismo di seguire una via vietnamita al tipo di economia mista. Cinese. Essenziale è stata inoltre da parte del Governo Americano , con l’amministrazione Clinton , la ripresa dei rapporti diplomatici e la rinuncia definitiva all’embargo economico, cosa che ha decretato praticamente la fine ufficiale del conflitto tra i due stati permettendo l’espansione degli i investimenti Usa in estremo Oriente e un incremento della ricchezza interna del Vietnam. Oggi il Pil e’ in costante crescita: si e’ passati dai 136.571 miliardi di Dong del 1993, ai 281.994 miliardi del ’97. L’inflazione era, in quell’anno, del 6% e il tasso di disoccupazione al 6,5%. Il Paese importava per 11.955 milioni di dollari statunitensi, ed esportava per 8.798 (con un saldo negativo di 3.157). Va ricordato che nel 1987 l’inflazione era al 400 per cento, oggi si e’ stabilizzata su valori normali mentre prosegue la corsa verso l’alto del prodotto interno lordo con previsioni di crescita ulteriore. L’obiettivo di fondo del governo vietnamita e’ migliorare l’efficienza economica mantenendo il ruolo centrale dello Stato. Il sistema comunque ha per ora due punti deboli:
– il deterioramento del settore industriale pubblico sostenuto direttamente dallo Stato
– la fragilita’ del sistema bancario. Si sostiene in occidente che c’è ancora troppa rigidità commerciale , ma non bisogna dimenticare che questo passaggio economico è molto delicato e forse va gestito con la dovuta cautela. Tra i Paesi della Ue l’Italia e’ al quarto posto come cliente e al terzo come Paese fornitore dopo Germania e Francia. L’Italia esporta in Vietnam prevalentemente parti non elettriche di macchine e autoveicoli. A seguire anche colori , materie plastiche, parti di autoveicoli, tessuti in cotone. Le importazioni riguardano invece le calzature non in pelle e il caffe’. Incrementi anche nelle importazioni di oggetti cuciti vegetali, maglieria e calze sintetiche, pelli crude e mobili in legno e giunco. Il Vietnam oggi consente ai partner esteri di detenere fino al cento per cento del capitale azionario in tutti i settori produttivi ad eccezione di quelli strategici. Agli investitori stranieri e’ peraltro riconosciuto il diritto di rimpatriare gli utili (dopo aver pagato le tasse), i profitti, le remunerazioni per prestazioni di opere e di servizi, gli interessi sui prestiti, le quote di capitale investite o reinvestite nell’azienda e tutte le altre fonti di reddito. Tutti gli investimenti stranieri devono ottenere una licenza rilasciata dal ministero per la Pianificazione ad eccezione delle attivita’ finanziarie che richiedono una specifica approvazione ministeriale. Dopo aver rilasciato la licenza, lo stesso ministero controlla la gestione e la performance dei progetti approvati. Incentivi fiscali sono concessi sotto forma di esenzioni d’imposta sui profitti, con riduzioni progressive nei primi anni d’attivita’ dell’impresa e/o di una riduzione dell’aliquota generale; in particolare, il sistema vietnamita prevede:
– un’aliquota ridotta del 20 per cento (l’aliquota normale e’ del 25 per cento) per i progetti che soddisfino almeno due dei seguenti criteri: impieghino almeno 500 lavoratori; impieghino tecnologie avanzate; prevedano un livello di esportazioni pari almeno all’80 per cento della produzione; prevedano un capitale minimo di almeno 10 milioni di dollari.
– un’aliquota del 15 per cento applicabile ai progetti nel settore delle infrastrutture, dello sfruttamento delle risorse naturali e minerarie, dell’industria pesante.
– un’aliquota del 10 per cento applicabile ai progetti con capitale straniero relativi a operazioni Bot (Build operate and transfer), rimboschimento e progetti di alto significato strategico.
Nel mercato del lavoro gli investitori esteri benche’ attratti dal basso costo della manodopera sono critici verso la legislazione in materia che include norme secondo loro eccessivamente restrittive. Ad esempio:
– l’assunzione deve essere effettuata mediante l’Ufficio del lavoro o un’agenzia del Governo che percepisce, mediamente per ogni assunzione, l’8 per cento sullo stipendio mensile dell’impiegato;
– il personale straniero può essere assunto solo se il tipo di professionalita’ richiesto non e’ reperibile sul mercato locale;
– il salario minimo che l’imprenditore straniero e’ obbligato a corrispondere e’ sempre maggiore al salario minimo effettivo.
La disciplina doganale è ancora forse eccessivamente macchinosa, infatti la politica tariffaria scoraggia l’importazione di beni di consumo e incoraggia l’entrata di beni strumentali e di investimento. Le maggiori carenze strutturali del sistema tariffario vietnamita possono essere schematizzate come di seguito:
– elevata dispersione e confusione nell’applicazione di tariffe a tasso zero per numerosissimi beni e tariffe proibitive e divieti di importazioni su altri. Altre merci sono soggette a tariffe in eccesso del 60 per cento;
– 29 livelli di tariffazione diversi in relazione ai prodotti;
– elevata diversificazione e disparita’ di trattamento delle possibili destinazioni d’uso dello stesso bene.
Di seguito alcuni strumenti legislativi Italiani e europei di cooperazione.
Legge n. 394 del 29 luglio 1981 (ha istituito un fondo rotativo per la concessione di finanziamenti a fronte di programmi di penetrazione commerciale in Paesi extra Ue. La richiesta va inviata al Mediocredito centrale e al ministero del Commercio estero, segreteria del Comitato Legge 394/81).
– Legge n. 83 del 21 febbraio 1989 (concede un contributo annuale sulle spese sostenute per l’esportazione di beni e servizi prodotti dalle imprese associate ai consorzi export. I contributi vanno chiesti al ministero del Commercio estero, direzione generale per lo sviluppo degli scambi – divisione I).
– Simest, legge n. 100 del 24 aprile 1990 (rappresenta un importante strumento diretto a promuovere la costituzione e lo sviluppo di joint venture all’estero con esclusione dei Paesi Ue).
– Asia Invest (programma dell’Ue che mette a disposizione degli operatori delle Pmi una serie di strumenti a sostegno delle attivita’ di cooperazione ed in particolare:
– Business priming found, per preparare le imprese europee e locali allo sviluppo della cooperazione;
– organizzazione di occasioni d’incontro tra imprese per lo sviluppo della collaborazione industriale;
– Investment facility per la realizzazione di ricerche e studi su Paesi e settori specifici;
– estensione delle reti Bre e Bc Net per la ricerca partner.
Infine in sintesi alcuni dati :
Nome Vi Vietnam Fuso Fu fuso orario: + 06:00 SuperSu superficie: 331.689 kmq329. Tipo Go governo: Repubblica socialista Capit Ca capitale: Hanoi |
Popolazione: 85.789.573 (2009) Tasso di crescita ella popolazione: 1,45% (2001)
Lingue parlate: Inglese, Francese, Vietnamita, Khmer, Cinese, dialetti cali
PIL: $ 100 Mld (2010)
Tasso di crescita del PIL: 5,5% (2000)
PIL pro capite: $ 2,783 (2005)
Tasso di inflazione annuo: – 0,6% (2000)
Moneta: dong (VND) – (21.000 VND = 1 $ – 29,000 VND = 1 €)
Esportazioni: $ 56 Mld (f.o.b., 2009)
Importazioni: $ 68 Mld (f.o.b., 2009)
L’influenza culturale della Gerra del Vietnam in Occidente
Come già descritto in precedenza negli USA ed in Europa il conflitto in questione mobilito’ grandi menti ed artisti che si pronunciarono ufficialmente contro questa guerra , oppure dettero vita ad una produzione di opere influenzate da questa situazione.
Dal punto di vista letterario si possono reperire in commercio in Italia moltissime pubblicazioni recenti di vario genere : storico, economico , narrativo. Si puo’ citare “Farfalle sul Mekong” , Tra Thailandia e Vietnam, (1999) di Corrado Ruggeri, dove si narra di un viaggio nei contrasti dell’Oriente lungo questo fiume, dove le ragazze guerrigliere, uccise, con i loro vestiti neri, si trasformavano in farfalle. Tra le opere d’epoca invece “Storia e rivoluzione in Vietnam” (1973) di Jean Chesnaux “IL Vietnam vincerà: politica, strategia , organizzazione” (1968) di Wilfred Burchett “Niente e cosi’ sia” di Oriana Fallaci , corrispondente in Vietnam per otto anni racconta ,come in un diario di guerra, la battaglia di Dac To, l’offensiva del TET, l’assedio di Saigon. Infine la storia autobiografica di una cittadina vietnamita emigrata negli USA: “Quando cielo e terra cambiarono posto” di Le Ly Hayslip, che ha ispirato il film do Oliver Stone “Tra cielo e terra”
Il cinema ha preso spunto in maniera veramente egregia da questo conflitto: Si possono ricordare capolavori :
“Apocalipse Now” (1979) di Coppola
“Full metal Jacket” (1987) di Kubrick
“Lettere dal Vietnam” , film minore ma non meno interessante, dove sotto forma di documentario si leggono le lettere scritte a casa , durante il conflitto, da giovani soldati americani poi morti in combattimento. Il film , con immagini di repertorio, le lettere e le foto di questi ragazzi, narra in maniera commovente il dramma di una generazione che dovette combattere una sporca guerra che non capiva , tra momenti di terrore, scoramento, nostalgia , rabbia, disperazione ed eroismo.
Un capitolo a parte merita la produzione musicale di quegli anni. Un’ intera generazione di Musicisti Rock, Folk , Blues, ha dedicato negli anni 60 e 70 pagine memorabili di musica e testi a questa guerra. Si possono ricordare Bob Dylan , Joan Baez, John Lennon, Jimi Hendrix, e moltissimi altri artisti che spesero le loro capacità per la pace e contro questo conflitto L’avvenimento simbolo di questa produzione culturale fu nel 1969 il raduno di Woodstock, dove 500.000 giovani si riunirono per manifestare la loro voglia di pace e di cambiamento, proprio mentre in Vietnam le battaglie infuriavano piu’ che mai. Molti artisti in quell’occasione cantarono contro la sporca guerra e alla storia è passata la performance di Jimi Hendrix che con la sua chitarra suono ‘ in distorsione l’inno americano simulando dentro alle sue note le incursioni dei jet e le bombe sganciate contro la popolazione. In Italia tantissimi cantanti folk cantarono nelle strade a favore del popolo vietnamita ma in particolare si puo’ ricordare la canzone di Mauro Lusini, interpretata da Gianni Morandi : “C’era un ragazzo…..” un pezzo di storia della nostra musica pop.